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Libro

Lo spazio tra noi

“La serie di disegni in nero e seppia di Sophie Dicken che esplorano le relazioni spaziali e psicologiche tra figure interattive rappresentano un momento cruciale della sua carriera. Essendo un’artista che si trova a suo agio sia con la scultura figurativa che con quella astratta, si muove con disinvoltura tra assemblaggi di elementi in legno, spesso fusi in bronzo, e potenti disegni di contorno su carta. Questi disegni esistono di per sé come opere d’arte autonome, ma potrebbero anche influenzare le future sculture e sono all’avanguardia di una nuova fase di sviluppo.

La figurazione, cioè la rappresentazione di figure umane e di creature del mondo vivente, ha continuato a essere problematica anche per gli artisti del ventunesimo secolo, da quando i primi modernisti l’hanno spazzata via nelle deliranti sperimentazioni a cavallo del ventesimo secolo.

Per molti artisti e collezionisti di oggi, soprattutto quelli che hanno scelto un percorso che mette in discussione o rifiuta il primato del concettualismo anarchico di Marcel Duchamp o la profondità culturale della Pop Art, l’ombra lunga degli scultori astratti, da Jean Arp e Laszlo Moholy-Nagy a Donald Judd e Carl Andre, ha avallato un’estetica di “purezza” formale che richiede di essere “incontaminata” dal riferimento alla condizione umana. Questa astrazione utopica, tuttavia, è solo una linea di collegamento tra i pionieri del modernismo e la pratica del XXI secolo. Accanto ad esso esiste un altro percorso altrettanto significativo, quello degli scultori Constantin Brancusi e Henry Moore, o dei pittori Henri Matisse e Pablo Picasso che si muovono liberamente tra l’espressione bidimensionale e tridimensionale. Questi artisti mantengono il soggetto umano come nucleo significativo della loro pratica, permettendo ai rigori della geometria di creare un’infrastruttura che modifica e rafforza i loro esperimenti con la forma corporea. Brancusi, ad esempio, scolpiva i lineamenti umani come piani in rilievo a bassa curvatura che si sollevavano appena da forme ovoidali pure, mentre Matisse semplificava le sue figure in fluide curve di contorno o in sagome ritagliate che enfatizzavano l’elasticità del corpo umano. Sophie lavora all’interno di questa tradizione, generalizzando le sue figure umane leggermente allungate ma muscolose in forme planari o fluide che non sono certamente individui riconoscibili – le loro piccole teste non contengono tratti del viso – ma sono inequivocabilmente di genere e impegnate in una vasta gamma di interazioni: danzano, lottano, combattono, si baciano, sbattono le teste insieme, al passo e fuori dal passo. Il suo è un progetto molto contemporaneo, ma radicato nella conoscenza dei valori universali del classicismo grazie alla sua formazione in storia dell’arte. La semplicità della figura maschile, ad esempio, suggerisce i contorni geometrici e le proporzioni larghe di un kouros greco arcaico. E gli spazi tra le coppie definiti nei suoi disegni sono in relazione con quelli dei suoi assemblaggi scultorei non rappresentativi in cui sposta forme astratte in strane e inaspettate giustapposizioni: separate o riunite in un diverso contesto spaziale.

Sophie ha iniziato questa serie di disegni quadrati su carta Bockingford spessa e pesante durante un periodo in cui suo marito era via per due mesi per seguire la sua carriera di cantante in Australia. Questa separazione forzata l’ha portata a riflettere sulle relazioni coniugali e sulla nozione di “spazio tra”, inteso sia come spazio fisico di separazione che come divisione metaforica tra i partner o in generale tra uomini e donne. Inizialmente i disegni esploravano e davano forma visiva all’affetto, alla solitudine, alla nostalgia e al fastidio per la sua assenza, ma inevitabilmente la serie si è estesa a un progetto più generico sulle interazioni umane.

I disegni a linee appartengono quasi sempre alla serialità, ovvero la condizione di “connettività” delle linee, sia che si tratti di contorni avvolgenti o di scarabocchi astratti, fa sì che i disegni si estendano in modo fluido. Una singola linea continua ad allungarsi fino a quando la mano che tiene l’attrezzo da disegno – una matita o un pennello imbevuto di acqua – non si solleva dal supporto cartaceo per terminare il suo passaggio e iniziare un’altra sequenza di movimenti, interruzioni e cessazioni. Ciò che non può essere completato o iniziato su un pezzo di carta suggerisce il successivo in una serie correlata. Nella misura in cui il disegno è un pensiero visivo, un’idea porta inevitabilmente a un’altra. L’argomento si estende e si sviluppa in temi che chiedono di essere esplorati. In questo senso, il progetto di Sophie è cresciuto naturalmente ed è stato alimentato da quelle attività quotidiane e dalle immagini visive circostanti che stimolano gli artisti in modi incoerenti e invisibili. Ad esempio, una storia molto pubblicizzata dai media britannici sulla rottura di una celebrità e su un divorzio estremamente pubblico ha trovato espressione formale in una serie di disegni di coppie in lotta. In un disegno la figura maschile sta torcendo brutalmente il naso della sua compagna, in un altro un braccio esagerato di colore rosso scuro si muove aggressivamente verso la donna che si sta rimpicciolendo. Si vendica coraggiosamente con un altro lenzuolo e afferra il suo aguzzino per il collo.

Le sculture di Sophie, in linea con la pratica contemporanea, non sono elevate su piedistalli ma poggiano a terra o, nel caso della sua spiritosa serie di animali, percorrono gli angoli e gli spigoli di spazi e luoghi architettonici reali. Al contrario, in alcuni di questi disegni satirici, le figure maschili sono appollaiate su un basamento o su un giradischi, giocando a fare Dio con la sua partner femminile accomodante o bellicosa. In ogni disegno le coppie sono unite dalla qualità del contorno spesso e sicuro della matita, ma la figura femminile è spesso differenziata dal suo compagno più scuro da un lavaggio seppia/rosa più chiaro. Gli spazi tra le coppie sono definiti da un pesante riempimento nero o seppia contrastante che trasforma lo spazio “negativo” in una vibrante topografia di unificazione o separazione. Occasionalmente il supporto di carta spessa viene attaccato, strappato o tagliato, con elementi di collage che ricordano i processi di scultura di Sophie, dove pezzi di legno deliberatamente segati o elementi trovati più grezzi vengono incollati insieme per formare nuove unità. Ogni disegno è un’opera completa, ma tutti insieme formano un’affascinante narrazione a volte umoristica, a volte tenera e a volte di rabbia e rifiuto. La serie inizia con due figure color seppia che si voltano le spalle a vicenda, separate da un cuneo di alienazione simbolicamente scuro e crescente. Nel disegno finale, due figure in grigio danno le spalle allo spettatore e si allontanano in un caldo futuro rosso seppia, mano nella mano”.

Professoressa Deanna Petherbridge CBE